Femminile

  • Labioplastica
  • Riduzione cappuccio clitorideo
  • Lipofilling delle grandi labbra atrofiche
  • Rivitalizzazione del canale vaginale con concentrato piastrinico

 

Maschile

  • Plastica di allungamento del frenulo prepuziale corto
  • Correzione fumosi conservativa con plastica di allargamento

 

GINECOMASTIA

La ginecomastia è una patologia caratterizzata dall’aumento del volume mammario nei soggetti di sesso maschile dovuta ad una ipertrofia della ghiandola mammaria. La causa è ormonale e riconducibile ad un eccesso di estrogeni per disfunzioni secretive o motivi farmacologici. La terapia è chirurgica e consiste nell’asportazione della ghiandola mammaria ipertrofica. L’intervento è eseguibile a qualunque età superiore agli 8 anni.

 

L'intervento

personalmente preferisco eseguire l’intervento in anestesia generale anche se è possibile effettuarlo in anestesia locale con paziente sedato ed in regime di day hospital. Viene praticata una incisione sul bordo inferiore dell’areola attraverso la quale viene asportata la ghiandola mammaria. Nei casi in cui ci sia un eccesso cutaneo viene asportato un anello di cute circostante l’areola mantenendo un peduncolo dermico superiore per garantire la vitalità dell’areola stessa. Vengono posizionati i drenaggi aspirativi, suturate le incisioni chirurgiche per piani e applicato un bendaggio elasto-compressivo. L’intervento dura circa 2 ore. Il dolore post-operatorio è facilmente controllabile con analgesici somministrati per via orale

 

 

Prima e dopo l'intervento

 

Il decorso post operatorio

la sera stessa, prima della dimissione, verranno rimossi i drenaggi aspirativi e fatto indossare al paziente una fascia elastica toracica dovrà portare continuamente per 15 giorni. A domicilio il paziente dovrà assumere per via orale una terapia antibiotica ed antidolorifica per 7 giorni. I punti di sutura verranno rimossi dopo 7 giorni. Il paziente può riprendere la normale vita di relazione in media dopo 7 giorni e praticare sport dopo 1 mese.

 

Le sequele e complicanze

È normale la comparsa di edema in regione mammaria che si risolve spontaneamente nelle 2 settimane successive all’intervento. Le complicanze descritte possono essere:

  • ematomi: raccolte di sangue a livello delle aree di scollamento; per evitarli vengono appunto posizionati i drenaggi aspirativi ed il bendaggio elasto-compressivo
  • riduzione della sensibilità del complesso areola-capezzolo: evento raro che generalmente si risolve spontaneamente nell’arco di 6 mesi
  • cicatrici ipertrofiche (ispessite): evento dipendente dalla naturale predisposizione della paziente controllabile con creme cheratoplastiche e lamine in gel di silicone.

Cicatrici

Le cicatrici saranno sul bordo inferiore dell’areola o in caso di eccesso cutaneo sul contorno della stessa Generalmente risultano poco evidenti a distanza di circa 6 mesi dall’intervento chirurgico.

 

PSEUDOGINECOMASTIA

La pseudoginecomastia è una patologia caratterizzata dall’aumento del volume mammario nei soggetti di sesso maschile dovuta ad un eccesso adiposo della regione mammaria ma non della ghiandola mammaria. La causa può essere riconducibile ad un eccesso ponderale o a cause ormonali. La terapia è chirurgica e consiste nella lipoaspirazione del grasso in eccesso della regione mammaria. L’intervento è eseguibile in pazienti di età superiore ai 18 anni.

 

L'intervento

l’intervento viene agevolmente eseguito in anestesia locale con paziente sedato ed in regime ambulatoriale (ma sempre in sala operatoria). Vengono praticate 2 piccole incisioni di circa 3mm ai lati di ciascun solco mammario che forniscono l’accesso per la cannula da lipoaspirazione attraverso la quale viene aspirato il grasso in eccesso. Vengono suturate le incisioni chirurgiche per piani e applicato un bendaggio elasto-compressivo. L’intervento dura circa 1 ora. Il dolore post-operatorio è facilmente controllabile con analgesici somministrati per via orale.

 

Il decorso post operatorio

A domicilio il paziente dovrà assumere per via orale una terapia antibiotica ed antidolorifica per 7 giorni. I punti di sutura verranno rimossi dopo 7 giorni. Il paziente dovrà indossare una fascia elastica toracica per almeno 2 settimane. Il paziente può riprendere la normale vita di relazione in media dopo 7 giorni e praticare sport dopo 1 mese.

 

Le sequele e complicanze

È normale la comparsa di edema in regione mammaria che si risolve spontaneamente nelle 2 settimane successive all’intervento. L’unica complicanza può essere una lieve irregolarità della superficie cutanea che può essere facilmente corretta non prima di 4 mesi (potendosi risolvere spontaneamente) con l’iniezione mirata di fosfatidilcolina+acido desossicolico.

 

Cicatrici

Le cicatrici di 3 mm generalmente risultano poco evidenti a distanza di circa 6 mesi dall’intervento chirurgico.

Indicazioni

La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia dovuta all’irritazione o alla compressione del nervo mediano nel suo passaggio attraverso il canale carpale. Questo è una cavità localizzata a livello del polso. In posizione anatomica abbiamo posteriormente le ossa carpali e anteriormente il legamento trasverso del carpo. Nel tunnel così formato passano, oltre al nervo mediano, vene e i tendini dei muscoli flessori delle dita. La sindrome è dovuta più frequentemente all’infiammazione cronica della borsa tendinea dei flessori (tenosinovite), che comprime il nervo mediano. Può manifestarsi in corso di gravidanza, nei soggetti affetti da ipertiroidismo e nei soggetti affetti da connettiviti (es. artrite reumatoide). Sono più frequenti nei soggetti che utilizzano le mani per lavori di precisione e tipicamente ripetitivi.

 

L’intervento

L’intervento può essere praticato ambulatorialmente , in anestesia locale e in una alta percentuale di casi porta ad un beneficio pressoché immediato. Si pratica un’incisione di circa 2 cm al palmo attraverso la quale si interrompe il legamento traverso del carpo e si provvede a liberare dall’esterno il nervo mediano. L’atto chirurgico interrompe la compressione sul nervo determinando immediatamente un sollievo alla sintomatologia. L’intervento dura pochi minuti per cui il paziente può essere dimesso subito dopo l’uscita dalla sala operatoria

Le indicazioni

E’ indicata in pazienti sottoposte a mastectomia uni o bilaterale.

Può essere:

  • Immediata – eseguita contestualmente alla mastectomia
  • Differita – eseguita successivamente ma solo nel caso di pazienti non sottoposte a radioterapia, nel qual caso è da preferire la ricostruzione con tessuti autologhi cioè propri della paziente [lembi peduncolati (ad esempio T.R.A.M.: miocutaneo di retto dell’addome) o liberi cioè microchirurgici (ad esempio D.I.E.P.: cutaneo-sottocutaneo basato su una o più arterie perforanti dell’epigastrica inferiore) La scelta è dettata da motivi di sicurezza oncologica.

La tecnica prevede 3 tempi chirurgici:

01posizionamento di un espansore tissutale (palloncino in silicone con valvola integrata di dimensioni e forma paragonabili alla mammella sana) generalmente al di sotto del muscolo pettorale e suo successivo riempimento a cadenza circa settimanale con soluzione fisiologica fino al raggiungimento di un volume adeguato a quello della mammella sana: in media occorre 1-2 mesi

02Sostituzione dell’espansore tissutale con la protesi definitiva di forma e volume quanto più simile
alla mammella sana.

03Ricostruzione del complesso areola-capezzolo con tessuti autologhi (il capezzolo con lembo cutaneo locale, l’areola con innesto cutaneo a tutto spessore dalla regione inguino-perineale in quanto pigmentata) ed eventuale simmetrizzazione della mammella sana mediante mastopessi o mastoplastica riduttiva: preferibilmente dopo 6 mesi dal 2° tempo ricostruttivo per ottenere una stabilità del risultato. Lo scopo dell’intervento è ottenere una mammella ricostruita simile (mai identica purtroppo) alla mammella sana in modo semplice e poco invasivo.

 

L’intervento e il decorso post operatorio

01ESPANSORE TISSUTALE L’intervento viene eseguito in anestesia generale con un giorno di ricovero. Attraverso la ferita chirurgica o la cicatrice post-mastectomia viene isolato il muscolo pettorale e disinserito dalle sue inserzioni costali e sternali basse. Viene posizionato l’espansore tissutale al di sotto del muscolo pettorale, il drenaggio aspirativo ed eseguita la sutura cutanea per piani. Viene infine eseguito il primo riempimento dell’espansore con soluzione fisiologica nella quantità tale da non creare eccessiva tensione sulla ferita chirurgica ed applicato un bendaggio elasto-compressivo. L’intervento dura circa 1 ora. Il dolore post-operatorio è facilmente controllabile con analgesici. Il giorno successivo all’intervento verrà rimosso il drenaggio aspirativo. A domicilio la paziente dovrà assumere per via orale una terapia antibiotica ed antidolorifica per 7 giorni. Il bendaggio elasto-compressivo ed i punti di sutura verranno rimossi dopo 7 giorni. Dopo 15 giorni verrà iniziato il riempimento dell’espansore con cadenza settimanale fino al raggiungimento di un volume adeguato a quello della mammella sana.

02PROTESI DEFINITIVA L’intervento viene eseguito in anestesia generale con un giorno di ricovero. Attraverso la cicatrice esito del precedente intervento viene rimosso l’espansore tissutale, se necessario rimodellata la tasca di alloggiamento e posizionata la protesi definitiva. Viene posizionato il drenaggio aspirativo, eseguita la sutura cutanea per piani ed applicato un bendaggio elasto-compressivo. L’intervento dura circa 1 ora. Il dolore post-operatorio è facilmente controllabile con analgesici. Il giorno successivo all’intervento verrà rimosso il drenaggio aspirativo ed il bendaggio elasto-compressivo e fatto indossare un reggiseno da sport per circa 1 mese. A domicilio la paziente dovrà assumere per via orale una terapia antibiotica ed antidolorifica per 7 giorni. I punti di sutura verranno rimossi dopo 7 giorni e la paziente potrà riprendere la normale vita di relazione.

03RICOSTRUZIONE DEL COMPLESSO AREOLA-CAPEZZOLO l’intervento viene eseguito in anestesia locale con paziente sedata ed in regime di day hospital. Il capezzolo viene ricostruito mediante l’allestimento di un lembo cutaneo locale a forma di croce con peduncolo laterale sollevato ed avvolto su se stesso. L’areola viene ricostruita mediante innesto cutaneo a tutto spessore prelevata dalla regione inguino-perineale (in quanto pigmentata). Viene applicata una medicazione compressiva bucata al centro in modo da evitare l’appiattimento del capezzolo.

 

Prima e dopo l'intervento

 

Dopo 7 giorni verranno rimossi la medicazione ed i punti di sutura. Dopo ulteriori 7 giorni la paziente dovrà applicare quotidianamente e per 1 mese circa creme cheratoplastiche sull’areola ricostruita al fine di ottimizzare il risultato estetico. Durante questo step chirurgico può essere eseguita, se necessario, la simmetrizzazione della mammella controlaterale mediante mastopessi o mastoplastica riduttiva secondo le modalità descritte nei precedenti paragrafi.

Indicazioni

Avviene solitamente nelle parti laterali dei tessuti molli circostanti, la penetrazione della lamina avviene lentamente. Si manifesta con dolore, arrossamento e gonfiore della pelle che circonda l’angolo dell’unghia. E’ più comune nei bambini con dita grosse e carnose, ed è favorita da calzature troppo strette o da un modo scorretto di tagliare le unghie.

 

L’intervento

In caso di unghia incarnita recidivante al piede e non risolvibile con procedure podologiche non chirurgiche, l’intervento di onicoplastica conservativa prevede l’asportazione di una piccola striscia laterale di unghia e della sua matrice ungueale e la successiva applicazione di punti; si esegue in anestesia tronculare a livello ambulatoriale.

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